Prigione mentale - breve racconto scritto per un contest di scrittura

La creatura squamosa si mosse appena, senza un suono. Nonostante il silenzio di tenebra, che dominava tra quelle mura di pietra, i suoi movimenti non producevano altro che impercettibili fruscii. La creatura dischiuse un piccolo occhio vitreo, osservando l'interno del suo uovo. Nulla di nuovo. Il buio era ancora lì, pesante ed ovattato, fin troppo familiare, e stranamente rincuorante. Un'altro occhio curioso si aprì per accogliere l'oscurità di quel luogo angusto e amico. Quella era l'unica casa che avesse mai conosciuto, l'unica famiglia, l'unico mondo. Il silenzio glaciale che avvolgeva le sue orecchie era l'unica voce materna che avesse mai udito.
Erano trascorsi molti anni, ormai, da quando, durante quel caldo tramonto estivo, il drago d'oro di Hadarac e la dragonessa smeraldina di Nadindel avevano unito i loro fiati infuocati per dare inizio a quella nuova e fragile vita. Un amore così dolce, ma già condannato. Poche ore d'amore, e il piccolo uovo era già stato sottratto al suo nido, dalle fredde e mani dei mostri diurni, dominati dall'egoismo.
Da allora, in assenza del calore del corpo materno, la creatura si era lentamente ghiacciata, cullata dalla presenza del nulla, ignara di ciò che accadeva fuori dal guscio. La sua anima era morta ancor prima di capire di essere venuta al mondo.
Il piccolo essere cambiò posizione. Il suo cuore batteva regolare, lentamente, senza far rumore. Gli occhietti ciechi si richiusero, facendo spazio ai sogni.
La mente della creatura correva disperata nel sonno, in cerca di calore e colori, oppressa e disperata, aggrappandosi invano al guscio del freddo uovo. Qualcuno urlò, e un fiume di ghiaccio si riversò sulla sua anima disperata. Un rumore atroce e insopportabile gli oppresse il cranio. Qualcuno gli sussurrò qualcosa all'orecchio. Fuggi, diceva. Fuggi.
Il cucciolo si svegliò di colpo, respirando a fatica. Seppur sereno in quel suo mondo, l'istinto gli diceva che c'era qualcos'altro nell'universo,oltre al buio. Doveva esserci. Per un attimo, il pensiero di essere imprigionato in un luogo senza uscita, gli fece venire i brividi.
Scosse la testa. No, non poteva essere; il mondo era quell'antro buio, lo sapeva benissimo, e non esisteva altro che quello. La piccola creatura era la dea della notte. Nulla le avrebbe disubbidito, lo sapeva. Quei pensieri la fecero eccitare, e al contempo la depressero.
Doveva capire, doveva scoprire la verità. Doveva uscire dalla sua mente, e guardare lontano. Non poteva arrendersi alla fredda verità!
Il piccolo drago si ribellò alla prigionia dei suoi pensieri. Il guscio si ruppe. E luce fu.

è davvero bello!

Ti faccio i miei complimenti, sei riuscita a far calare il lettore nell'atmosfera soffocante di quell'uovo. Sei riuscita a farmi immaginare l'inquietudine e la voglia di scoprire il mondo del piccolo drago..

Sei stata bravissima!!

grazie però avrei dovuto curare di più la parte del sogno e dell'inquietudine che doveva causargli... purtoppo ho avuto poco tempo, e l'ho scritto di fretta^^"

Se l'hai scritto di fretta devo farti di nuovo i miei complimenti perchè mi sembra molto curato.
Hai presente Back to life? Per diventare com'è l'ho corretto minimo una decina di volte

wow

Oh.. la continuazione! *__*
Bello! Complimenti!

brava brava...