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Christopher Paolini
 
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 2_la caduta

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icetta
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MessaggioTitolo: 2_la caduta   2_la caduta I_icon_minitimeVen Giu 06, 2008 6:54 pm

allora, salto tt la parte di 1_la fine xk si può capire anche senza e x me è molto complicato fr una scrittura incrociata e ci metterei troppo.

Prologo
Correva l’anno ma dove volesse andare nessuno lo sapeva.
Anche Friyon non sapeva dove andare... sapeva solo che voleva fuggire, fuggire lontano da tutto e da tutti.
Dopo ciò che era successo, come poteva vivere?
Continuava a domandarsi il perché e intanto piangeva sotto il Grande Albero della Foresta di Krome.
“Perché la mia famiglia, la mia casa, il mio popolo è stato distrutto? Cosa aveva fatto di male?”
Ma soprattutto si chiedeva perché fosse rimasta l’unica. Lei... che di speciale non aveva niente.
Era una normale ragazza di tredici anni con i capelli color argento, le orecchie a punta e gli occhi grandi con le caratteristiche pupille a quadrifoglio che caratterizzavano la sua razza, della quale era rimasta l’unica. Era sola al mondo. L’unica yurik rimasta in vita.
Ma chi poteva fare una cosa così atroce?
Tutti al mondo sapevano che gli yurik erano i migliori in tutto, sia nell’arte del combattimento, sia nella magia grazie alla vicinanza con il mondo della natura e degli spiriti che tutte le popolazioni del mondo invidiavano.
Per questo Friyon continuava a domandarsi come potesse esistere una creatura così potente da poter battere la sua razza.
Era una creatura nera, come un’ombra, ma aveva gli occhi di un bianco accecante e senza pupille.
Era slanciata e il suo corpo era protetto da un lungo mantello nero.
L’OMBRA aveva urlato una frase, una soltanto, a notte fonda, e tutti l’avevano udita, anche se qualcuno forse non ne aveva capito il significato.
Per lo spavento tutti erano usciti e nessuno era stato risparmiato.
Tranne Friyon.


allora???
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MessaggioTitolo: Re: 2_la caduta   2_la caduta I_icon_minitimeVen Giu 06, 2008 6:57 pm

xkè salti??
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MessaggioTitolo: Re: 2_la caduta   2_la caduta I_icon_minitimeVen Giu 06, 2008 7:00 pm

icetta ha scritto:
salto tt la parte di 1_la fine xk si può capire anche senza e x me è molto complicato fr una scrittura incrociata e ci metterei troppo.
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MessaggioTitolo: Re: 2_la caduta   2_la caduta I_icon_minitimeLun Giu 09, 2008 5:56 pm

prologo parte seconda

L’OMBRA l’aveva risparmiata e non sapeva bene neanche lei il perché, ma dopo esserle passato vicino aveva sentito un grande potere.
Era appena scappata nel suo rifugio sulla vetta del monte Ure, un monte minore.
Si guardò allo specchio e si chiese chi fosse quella ragazza.
Come poteva avere una forza così grande?
L’OMBRA aveva calcolato che la ragazza non dovesse avere più di quindici anni quindi non doveva avere già incominciato l’addestramento: lui stesso lo aveva iniziato eccezionalmente a quell’età.
E poi, era una femmina.
Dopo di che sussurrò delle strane parole nella VERA LINGUA e riprese il suo aspetto reale.
Quando doveva lavorare modificava sempre il suo aspetto esteriore per evitare di essere riconosciuto.
Dopotutto di Yurek è l’unico rimasto.
Tutto il resto della sua razza l’ha uccisa lui, dopo essere stato cacciato per aver ucciso con una Parola Della Morte il suo maestro.
Di fatti, gli Yurek sono tendenti a studiare le arti oscure però, come gli Yurik, non possono usare le Parole Della Morte.
Andava contro le leggi.
Mentre gli yurik lodavano la vita e la miglioravano, gli Yurek lodavano il modo di uccidere, facendo soffrire la vittima.
E siccome si uccide meglio al buio della notte, per mimetizzarsi aveva deciso di cambiare il colore della sua pelle, dal bianco latteo al nero.
I capelli degli Yurek sono neri, a differenza di quelli degli yurik, perciò non era necessario modificarne il colore.
I capelli li teneva lunghi e sciolti, che ricadevano sulle spalle come se pesassero molto e che gli servivano per nascondere le grandi orecchie a punta.
- Arek, Arek, quello che hai fatto è stato orribile... Dovevi uccidere anche lei... La prossima volta devi portare a termine la tua missione. – pensò tra se e se l’OMBRA- Chissà se la ragazza mi verrà a cercare... Sarà divertente spiarla...


Ultima modifica di icetta il Ven Giu 27, 2008 2:11 pm - modificato 1 volta.
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MessaggioTitolo: Re: 2_la caduta   2_la caduta I_icon_minitimeMar Giu 10, 2008 11:06 pm

brava... Continua, ormai lo sia ke penso di come scrivi!!
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MessaggioTitolo: Re: 2_la caduta   2_la caduta I_icon_minitimeMer Giu 11, 2008 10:15 am

Prologo parte terza

Friyon era andata nella sua grotta nascosta ai piedi del monte Ure, perché aveva iniziato a piovere.
Non era tornata a casa perché voleva stare da sola, anche se la sua città era deserta.
Non le piaceva l’idea di continuare ad abitare nella sua casa in città perché le sembrava di profanarla con la sua anima sporca delle morti del suo clan.
Si riteneva lei la colpevole della loro morte perché non aveva potuto fare niente per salvarli e ora desiderava solo vendicarli.
Rimase nella grotta per un paio di giorni a meditare su ciò che era accaduto; poi si alzò, preparò uno zaino con tutte le sue cose e andò nel suo villaggio a prenderne altre necessarie per un lungo viaggio.
Le sembrava di vedere ancora tutte le persone nelle loro case a fare le solite cose.
Prese la seconda via a sinistra e si avviò verso la sua umile casetta; entrò, salì le scale e andò nella sua camera, dove prese le cose utili, che mise nello zaino, e scese al piano inferiore.
Andò in cucina e cercò accendino, lampada, borraccia con acqua e cibo.
Si fermò a guardare i fiori che si stavano appassendo sul davanzale della finestra ancora aperta e scappò nella sua cameretta con le lacrime agli occhi.
Perse il finto libro dove nascondeva i soldi, una penna e un diario dove mettere un fiore appassito.
Uscì da casa di corsa e s’incamminò verso il regno del buio, nella speranza di trovare qualcuno in grado di aiutarla a trovare il colpevole della strage.

Arek notò che la ragazza se ne stava andando. Per qualche giorno la seguì, poi avendo capito dove volesse andare la superò e la aspettò.


poi inizio col primo capitolo....
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MessaggioTitolo: Re: 2_la caduta   2_la caduta I_icon_minitimeVen Giu 27, 2008 4:31 pm

Mi racc, continua ke io aspetto!!! Dai stellì, nn mi lasciare così sulla spine, se no tra poco muoio!!!!!!!!!!
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MessaggioTitolo: Re: 2_la caduta   2_la caduta I_icon_minitimeLun Lug 21, 2008 3:04 pm

finalmente ho postato......

Capitolo 1: Alle porte

Friyon sperava di poter trovare qualcuno che le sapesse dare informazioni utili per la sua ricerca, cioè su qualcuno che avesse chiesto qualcosa sugli yurik.
Ormai le porte di Hobnur, la capitale del regno del buio, erano vicine così Friyon, dopo un lungo viaggio da Siadfe durato una settimana, si concesse una pausa.
Si sdraiò sotto un grande albero sul ciglio della strada e ripensò alla frase urlata dall’OMBRA quella notte. Gotes iq sadt dulack r wost. Si chiedeva il significato quando udì che qualcuno la stava chiamando.
La voce limpida proveniva da una figura alta e nera che si avvicinò e le chiese:
-Cosa ci fa una bella fanciulla come lei in questo brutto posto?
Dalla voce s’intuiva che fosse abbastanza giovane ma il viso era senza età: giovane, si, ma con un’espressione saggia.
-Non è una cosa che le riguarda!- gli rispose Friyon sgarbatamente.
Trovava in quell’uomo qualcosa di familiare, come se si trovasse vicino a uno yurik, anche se non era possibile e lei lo sapeva benissimo.
-Scusami, non avevo la minima intenzione di impicciarmi nei tuoi affari- rispose l’uomo usando il tu – Piacere, mi chiamo Arek. Tutto bene?
- No, nella mia vita non c’è nulla di buono.
- Mi sembri stanca... Vuoi venire da me per riposarti? La mia casa non è distante da qui ed io abito solo, un po’ di compagnia in questo brutto posto non fa di certo male- rispose Arek.
Friyon accettò: qualcosa in lei urlava a gran voce che poteva fidarsi di Arek.
La casa di Arek era molto bella: aveva un giardino grazioso con una fontana al centro. Intorno alla fontana c’erano due vie che portavano al portone d’ingresso.
Aprì un maggiordomo vestito di nero che sembrava uscito da un film dell’orrore tanto era brutto e spaventoso. Appena vide Arek sulla sua faccia comparve un grande sorriso: ora l’uomo aveva un viso simpatico e cordiale, che a Friyon stette subito simpatico.
Arek accompagnò Friyon al piano superiore e la fece accomodare in una grande stanza con un grande letto a baldacchino di colore rosso. Un caminetto acceso e un’ampia finestra, che dava su un balcone pieno di fioriere variopinte, illuminavano la stanza.
Sul muro alla destra della finestra c’erano due porte. – La prima è il bagno, mentre l’altra è un armadio, - disse Arek - fai come se fossi a casa tua.
Casa mia... pensò Friyon ora non esiste più.
Dopo che Arek se ne fu andato Friyon rimase in piedi per cinque minuti a osservare a bocca aperta la stanza.
Poi si riprese quando una busta apparve da sotto la porta.
La prese e la lesse: diceva che poteva farsi una doccia e cambiarsi d’abito se voleva, e che sarebbe venuto il maggiordomo a chiamarla quando sarebbe stato pronto il pranzo.
Wow, qui mi trattano da principessa e nemmeno mi conoscono pensò Friyon mentre si avviava verso il bagno.Stava ancora pensando ad Arek quando aprì la porta del bagno: era rimasta a bocca aperta.
Qua era tutto d’oro: c’era una vasca da bagno enorme, e una scorta di bagnoschiuma immensa.
Ce ne erano di tutti i gusti: rosa, pino, muschio bianco, pesca, fragola, camomilla e la lista proseguiva.
Friyon aprì il rubinetto della vasca e versò un po’ del suo bagnoschiuma preferito: zucchero filato.
Prese la rincorsa e si tuffò nell’acqua.
Dopo mezz’ora uscì, si mise l’accappatoio e andò in camera davanti al fuoco per asciugarsi più alla svelta.
Poi andò nell’armadio e prese il primo vestito che trovò: lei non considerava importante la moda. Si guardò allo specchio dietro la porta e si trovò molto carina con quel vestito.
Poi ritornò in bagno e si pettino facendosi la riga in parte, quindi si sdraiò sul letto in attesa che il maggiordomo la venisse a chiamare.
Si stava perdendo nei suoi pensieri quando sentì bussare in modo deciso alla porta.
- La signorina è attesa in sala da pranzo- disse il maggiordomo.
Quindi Friyon si alzò dal letto e usci dalla porta dove trovò il maggiordomo con un sorriso stampato sulle labbra, che lo facevano assomigliare a una mummia felice.
La Mummia la accompagnò in sala dove, però, di Arek non si vedeva neanche l’ombra.
- Il signorino mi ha detto di riferirle che avrà un minimo di ritardo e le chiede di scusarlo. Se non le causa problemi posso restare io a farle compagnia- disse la Mummia.
- Senz’altro, mi farebbe molto onore trattenermi con lei- disse Friyon, ringraziando mentalmente suo padre che faceva parte di una compagnia teatrale e le insegnò cosa dire quando si parla con persone importanti.
- Come ti chiami?- chiese Friyon passando al tu.
- Octavio, e tu signorina? Qual è il tuo nome?
- Il mio nome e Friyon e sono l’ultima yurik rimasta in vita- e si mise a piangere.
In quell’istante entrò un sorridente Arek che vedendo la situazione si rabbuiò un momento.
Dopo aver congedato Octavio fece accomodare su un divano la piccola Friyon e l‘abbracciò, tentando di consolarla.
Il pianto si interruppe quando Friyon si addormentò, fra le braccia di Arek che decise di portarla a letto. La prese in braccio e nell’accompagnarla in camera Friyon si svegliò, ma Arek non se ne accorse e lei non lo fece notare.
La adagiò sul letto e protese la mano verso il focolare ormai spento e bisbigliò una strana parola, con voce talmente bassa che quasi Friyon non la sentì: fent, e il fuoco si ravvivò.
Accarezzò i capelli della ragazza e poi se ne andò via.

Dopo qualche ora Friyon venne svegliata dalle campane del Mezzo Meriggio.
Il fuoco si era quasi spento del tutto e solo qualche brace rosseggiava ancora incandescente.
Friyon si sedette di fronte al camino, protese la sua mano sinistra verso le braci e mormorò la parola che aveva sentito pronunciare da Arek: dai tizzoni salì una piccola fiammella solitaria.
- Ma come ha fatto lui?- disse un po’ a voce alta.
Subito dopo sentì bussare alla porta: era Octavio.
Il maggiordomo entrò, dopo che la ragazza gli diede il permesso, con il suo solito grande sorriso stampato in faccia.
- Si è riposata bene, signorina Friyon?
- Si, grazie. Mi dispiace per ciò che è accaduto prima...
- La cosa importante è che lei stia meglio... - e fece una pausa- Il signorino Arek si è informato... su ciò che è successo e le facciamo le più sentite condoglianze.
- Grazie, avrei un po’ fame... sa, sono tre o quattro giorni che non mangio.
- Il signorino la sta aspettando nella sala da pranzo. Venga che l’accompagno.
Friyon seguì Octavio che entrò in una stanza al pian terreno.
La sala da pranzo era molto grande e al centro stava un lungo tavolo al cui capo sedeva Arek.
Alla sua destra la parete era tappezzata da molte finestre con dei tendaggi pesanti. Alla sua sinistra stava un grande camino con un fuocherello che crepitava felicemente. Alle sue spalle c’era una dalla quale entrava, forse, la servitù. Sulla parte del tavolo alla destra di Arek erano posati un piatto, un bicchiere( a no... un calice!), delle posate e un tovagliolo ricamato.
Appena Friyon e Octavio entrarono Arek si alzò e disse:
- Madamigella, la invito ad accomodarsi al mio modesto tavolo.
Altro che modesto pensò Friyon è più sfarzoso di quello di un re.
La Mummia fece une piccola riverenza e se ne andò dalla porta dalla quale era entrato con Friyon.
Arek fece schioccare le dita e subito la porta dietro di lui si spalancò, dalla quale entrarono nella sala due cameriere con in mano due vassoi ciascuna.
Friyon era molto a disagio, a dispetto di Arek che sembrava invece divertirsi un mondo a vederla in imbarazzo. Friyon fu sollevata quando sentì la voce di Arek chiederle qualcosa:
- Allora, ti piace stare qui?
- Si,- rispose Friyon – è tutto molto elegante. È molto gentile da parte sua offrirmi la sua ospitalità.
- Ma figurati... dammi del tu per favore... se no mi sembra di essere più vecchio di quanto non sia in realtà...
Questa affermazione fece sorridere Friyon ma le accese una domanda nella testa: quanti anni ha Arek?
Titubante gli fece questa domanda alla quale lui rispose con tranquillità.
Friyon si stupì... non l‘avrebbe mai detto...
Le sembrava molto più maturo e scoprire la sua età la sconvolse. Arek, vedendo la faccia della ragazza, rise sotto i baffi. Ma ritornò serio tutto d’un tratto quando vide qualcosa d’insolito sul dorso della mano della ragazza: mentre lei aveva allungato la mano per prendere il calice, un raggio di sole l’aveva colpita sul suo dorso e aveva mostrato uno strano colore argenteo...
Anche Friyon se ne accorse, e subito fece un salto e si alzò in piedi.
Così fece anche Arek che le andò vicino e la prese tra le braccia, perché piangeva.
Poverina pensò tutti questi avvenimenti l’hanno sconvolta.
Insieme andarono in una stanzetta privata con un tavolo e due poltrone. Friyon si accomodò su una di esse e Arek, invece, si sedette sul bracciolo di quella. Il suo volto era molto serio ma si notava una traccia di timidezza.
- Sai perché la tua mano è di quel colore?
Friyon si asciugò le lacrime e alzò il viso verso Arek. Scosse la testa.
- Me lo immaginavo... - disse Arek. Poi riprese:
- Credo che tu sia una yurik, dico bene?
Friyon annuì.
- E siccome sei una yurik ad un certo punto ti viene insegnata una certa cosa...
E fece una pausa, per vedere una qualche reazione negli occhi della ragazza. Che però sembrava non capire. O era una brava bugiarda e sul serio non lo sapeva.
- Di solito, verso i 15 anni...
Ancora niente.
- Alcuni giovani vengono Prelevati dalle loro famiglie per istruirli...
Ora qualcosa si accese negli occhi di Friyon... suo cugino era partito per un paio di giorni ma poi era ritornato distrutto e dopo poco si era suicidato. Suo fratello invece era rimasto via da casa per una settimana e poi si era trasferito da uno strano tipo, che quando tornava a casa chiamava maestro, ma non ha mai parlato di ciò che faceva e i suoi non glielo avevano mai chiesto.
- alla magia. Tu sei stata Prelevata?
- No.
- Perché so che quando uno yurik fa magie la parte del corpo gli si colora d’argento.
- Anche tu fai magie però.
Questa affermazione colpì Arek: l’aveva forse scoperto?
- Perché?
No, non l’ha scoperto si disse Arek
- Non lo so, sono nato così. Se vuoi posso darti lezioni di spada.
- Non so... non credo di essere portata.
- Tentar non nuoce. Seguimi.
Così Friyon seguì Arek che scese nei sotterranei bui della casa. Le scale di pietra erano illuminate da torce che creavano condensa sulle pareti umide. Alla fine c’era una porta con una grande toppa nella quale Arek infilo un’enorme chiave. La porta si aprì con un cigolio sinistro. Le pareti della stanza erano tappezzate da mille e più armi: spade, spadoni, fruste, asce, lance, archi, ecc.
Gli occhi di Friyon si spalancarono. Arek si mise a ridere di gusto. È strana questa ragazzina, davvero molto strana si disse.
Friyon andò a passo sicuro verso una spada viola e nera.
- Prendila pure - disse Arek pensando se si lascia prendere.
Friyon allungò la mano e la spada si staccò dal muro, finendole in mano: l’impugnatura era perfetta per la sua mano.
Arek prese invece uno spadone a due mani: era blu e nera.
- Mettiti di fronte a me, così. Con che mano la vuoi tenere, la spa...
Ma non fece a tempo a finire la frase che Friyon andò all’attacco e solo grazie alle pietre del pavimento, incantate da lui quando si esercitava contro Lydeo, che si alzarono e fecero inciampare la ragazza, non lo colpì.
- Ma che diavoleria è questa?!?!?! – disse Friyon.
- E tu non sapevi tirare di spada?!?!?! – disse Arek.
Friyon scoppiò a ridere.
- No, ti sbagli... ho detto “credo di non essere portata” e non che non sono capace o che non ho mai provato... non sei stato attento!!!
Arek era sorpreso. No, anzi, sbalordito!
Un dolore atroce lo riportò nel mondo reale: la ragazzina lo aveva colpito al fianco destro! E usciva molto sangue!
Arek perse conoscenza: era un taglio molto profondo. Friyon lasciò cadere a terra la spada e corse dall’uomo.
Gli tolse la maglia e mise le mani sulla ferita, dicendo: der.
Dalla ferita, ora, il sangue aveva smesso di fuoriuscire copiosamente e si stava rimarginando.
Friyon notò un numero elevato di cicatrici sul corpo di Arek. Chissà cosa gli sarà successo, poverino pensò Friyon. Ora la ferita era completamente rimarginata.
Friyon si distese sulle pietre per riposarsi un secondo: aveva fatto una magia e ora era stanca.
Un momento: magia uguale a...
Scattò in piedi e si guardò le mani. Erano di colore argento, ma questa volta non solo loro: le braccia quasi fino al gomito erano dello stesso colore, ma si stava ritirando.
Faceva impressione: mano ma mano il colore, dalle braccia, sparì e restarono argentee solo le mani, ma per poco.
Poi, Arek si svegliò e disse: Perché non ho la maglietta?
Friyon arrossì.
- Te l’ho tolta io... ti ho colpito con la spada e sei svenuto così sono venuta da te, ti ho levato la maglietta e...- sollevò le mani perché le vedesse per bene.
- Hai fatto un’altra magia!!- disse Arek raggiante, e continuò guardandosi la sottile cicatrice della ferita – stiamo diventando bravini a quanto vedo. La magia curativa è difficile e spossante.
- Ma tu non capisci: ti ho ferito!!! Perché sei contento? Dovresti essere arrabbiatissimo!!!!
- Hai ragione! Anche Octavio mi dice sempre che non mi curo di me stesso! Penso sempre prima agli altri, in questo caso alla tua istruzione. Perdonami allora.
- Un modo per farti perdonare ci sarebbe: insegnami la magia! Ti prego, ti scongiuro! Insegnami le Parole... ah giusto...come facevo a sapere der?
- E cosa vuoi che ne sappia io?
- Credevo che tu sapessi tutto...
- Magari! Non sei male con la spada...
- Grazie... ma cosa hai fatto al pavimento?
- No, niente... è per quando mi alleno con un mio amico, Lydeo... se vuoi te lo faccio conoscere.
- Boh non so... Ora possiamo andare in città che mi piacerebbe vederla? Ti prego...
- Va bene. Posso dirti che sei peggiore di una bambina di 5 anni?
- Non c’è bisogno che tu me lo dica perché lo so anch’io benissimo. Ci andiamo a piedi, correndo?
Arek era più che stupito: dopo la magia Curativa avrebbe dovuto essere talmente stanca da non riuscire a muovere neanche un muscolo per almeno un’ora. E, invece, che vuole fare una corsa fino a Hobnur... e non ha iniziato l’allenamento alle Arti... È più attiva di me!!! Mi preoccupa questa ragazzina: ho fatto bene a risparmiarla!!!- Vieni, prima di andare ti faccio un po’ di lezione di storia e geografia...


Ultima modifica di icetta il Lun Lug 21, 2008 9:44 pm - modificato 1 volta.
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MessaggioTitolo: Re: 2_la caduta   2_la caduta I_icon_minitimeLun Lug 21, 2008 4:18 pm

Ehm... l'ho letto questoi pezzo?? Mi sembra familiare scratch ma nello stesso tempo diverso... scratch scratch
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MessaggioTitolo: Re: 2_la caduta   2_la caduta I_icon_minitimeLun Lug 21, 2008 6:23 pm

lo avevo già postato ma qui fcc i capitoli......ho cambiato sl 2 cose ke erano sbagliate ma x il resto è uguale
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MessaggioTitolo: Re: 2_la caduta   2_la caduta I_icon_minitimeLun Lug 21, 2008 9:38 pm

Mi sembrava che ci fosse qualcosa di diverso...
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MessaggioTitolo: Re: 2_la caduta   2_la caduta I_icon_minitimeLun Lug 21, 2008 9:47 pm

icetta ha scritto:

È strana questa ragazzina, davvero molto strana

ho cambiato sl qst.....XD
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MessaggioTitolo: Re: 2_la caduta   2_la caduta I_icon_minitimeSab Ago 23, 2008 8:33 pm

quindi è questa la continuazione d grazie a lui... scratch
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MessaggioTitolo: Re: 2_la caduta   2_la caduta I_icon_minitimeSab Ago 23, 2008 9:43 pm

nononononononono!!! qst è la mia prima ff e la + bll x me!!!qst è la continuazione di 1_ la fine
Spoiler:

ok posto il new cappy....se lo trovo....l'ho già xso....

Capitolo secondo: La gara

Friyon imparò i confini del Mondo Superiore e la storia del suo popolo: non sapeva che il Mondo fosse diviso in tante parti... è stato per lei uno shock...
Non immaginava che il suo popolo fosse nato da una magia di tutte le razze in un tempo antico per difenderli dai possibili nemici. È stata l’ultima volta che tutte le razze erano un solo popolo, da allora sono sempre in guerra tra loro. Scoprì anche che una seconda magia divise la razza Yur in Yurek e Yurik: i nani, i folletti e gli spiriti crearono gli Yurek, mentre gli elfi e gli umani crearono gli Yurik.
Imparò a memoria tutti i nomi degli stati e i loro confini, i nomi delle capitali e delle città più importanti. Conobbe il nome delle lontane isole di cui parlano le leggende raccontate d’inverno dai vecchi, davanti al fuoco, prima di andare a dormire.
- Senti Arek, non possiamo andare a vedere dal vero questa città meravigliose di cui parli tanto? Magari iniziando da Hobnur che è molto vicina...
- Ok... se ci tieni davvero tanto... ma mi prometti che domani studiamo? Con un impegno maggiore, m’intendo.
- Si, va bene. Ma ora andiamo! Senti, ho cambiato idea... non possiamo andare a cavallo che mi sono stancata a studiare?
- Si, si può fare... vorresti provare ad andarci in drago?
Detto questo gli occhi di Friyon si allargarono e sorrise di gioia... Cavalcare un drago era sempre stato un suo più grande sogno, diventare Cavaliere e poter controllare dalla groppa del drago tutto il Mondo.
Seguì Arek, che la portò in una specie di stalla, che le sembrò troppo piccola per contenere un drago.
Infatti appena entrò non vide nessun drago, ma solo tre brutti animali stranissimi simili a lucertolone giganti sdraiate sella paglia.
Arek fischiò, un richiamo forse e le bestie scattarono in piedi in un baleno.
Erano lunghi tre metri circa e alti uno, con squame di colore verde-grigio. Sul muso avevano tre corni e una fila di aculei, che scendeva per tutta la coda, spezzata sulla groppa, sulla quale Arek stava posizionando una sella.
- Non te l’aspettavi vero? Credevi che ci fossero solo draghi che volano? No, ma quelli sono i più famosi... questi sono usati per il trasporto nella Terra Paludosa e li usiamo anche qui a Hobnur.
- Sono.... come dire.... strani!
- Tranquilla, ci farai l’abitudine... Sono molto comodi: sono veloci e molto intelligenti. Ritrovano la strada di casa e riescono a sopportare un carico con un peso dieci volte maggiore del loro. Nella Terra Paludosa sono molto preziosi. I confini di quella terra sono...?
- No, dai... non ricominciare Ary...
- Scusa, come mi hai chiamato? Ary? – lo chiamava sempre così sua mamma.
Questo gli riportò alla mente dei brutti ricordi...
La voce insistente di Friyon, che gli chiedeva di andare, lo riportò nel Mondo Superiore. Ultimamente si addentrava sempre più speso nel Caos. Fortuna che Friyon non aveva visto una strana trasparenza nel corpo, segno del passaggio nel Caos.
- Ok, stai calma. Prendi quel drago più tendente al grigio... no, non quello, l’altro... quello lì. Ora salici sopra, come se fosse un cavallo.
Dopo vari tentativi Friyon ebbe una presa salda del suo drago. Arek le spiegò come comandarlo ma la ragazza aveva paura e il drago si divertiva a farle i dispetti. Così Arek propose di usare un solo drago. Friyon non era come se l’aspettava Arek: cioè, si aspettava che fosse brava con la magia, ma non credeva che si sarebbe trovata in difficoltà a salire su un drago delle paludi, i più docili. Friyon si strinse forte ad Arek mentre andavano verso Hobnur.
Durante il viaggio Friyon chiese ad Arek perché passasse dalle porte di Hobnur quel giorno che si sono incontrati.
- Stavo facendo un giretto. Ecco, siamo quasi arrivati. Scendi, non si possono portare animali in città. Sai per l’igiene.
- Ma non mi sembra che sporchino questi draghi.
- Infatti ma i capi non lo sanno. Stanno sempre nei loro uffici e non scendono mai in città. Per città non intendo dove vivono Loro ma qui, in periferia. Qui avvengono omicidi a tutte le ore. Qui vivono i più spietati assassini e ladri di tutto il Mondo, perché nel Regno del Buio godono di una legge dettata dal sovrano, anche lui un ladro e pluriomicida, che li dichiara suoi esecutori personali. È una vera ingiustizia, non trovi?
- Si, lo credo anche io. Guarda- disse puntando il dito verso una strana struttura molto alta, la più alta di tutte le altre- che cos’è?
- È il palazzo del Sovrano. Ti faccio vedere dove andrai a scuola.
- Come? Dovrò andare a scuola? Bello! Non ci sono mai andata. Dai, fammi vedere dove si trova!!!- disse Friyon eccitata.
- Ti avverto, dovrai arrivarci con il drago.
- Cosa? Non posso venirci a piedi?
- Fai come vuoi, anche se con il drago farai meno fatica. E poi dovrai svegliarti presto. Quando tornerai dovrai fare i compiti e studiare ciò che l’insegnante ti dirà. Ti ho fatto inserire nel mio anno. Però dovrai fare una grande fatica. Ti faccio saltare tre anni perché forse stare con me ti aiuterà a inserirti nella scuola e ti farai degli amici. Ricordami di farti conoscere Lydeo - disse Arek.
- Sissignore, certo signore.
- Ricordati di salutare sempre in questo modo ogni tuo compagno: quando allungherà la mano dovrai toccare con le tue dita le sue, in questo modo- e glielo fece vedere.
Poi la portò in un locale; cercò con la mente Lydeo e dopo qualche secondo il suo cellulare squillò.
- Ok, al solito posto... ho una sorpresa... te lo dico nel solito modo... ok ciao! Vieni, fai presto.
Friyon lo guardò e inclino la testa, come un gabbiano o un gufo.
- Chi era al telefono? – chiese sospettosa Friyon.
- Era Lydeo... adesso viene qui... così te lo faccio conoscere.
- Qual è la sorpresa? Com’è il solito modo?- chiese insistente la ragazza.
- Mi dispiace ma è un segreto- le disse facendole un buffetto sul naso.
- Antipatico- e gli tirò un pugno in pancia.
- Ehi, ehi, calma. Non ti agitare. Sediamoci laggiù. Tra poco dovrebbe essere qua.
Passarono due minuti e la porta del locale si aprì ed entro un bel ragazzo biondo con gli occhi verdi sul globo nero. Andò deciso verso di loro. Si sedette a fianco a Friyon e le sorrise: per questo notò i suoi canini grandi, appuntiti e affilati.
Era leggermente più basso di Arek.
Il cameriere venne e Lydeo ordinò un melomel e un idromele, essendo a conoscenza dei gusti di Arek, e rivolse lo sguardo alla ragazza, invitandola a ordinare. Lei guardò Arek che subito abbassò lo sguardo, mettendola in imbarazzo. Il cameriere aspettava paziente.
- Io... vorrei anch’io un idromele.
Il cameriere sparì e tornò un minuto dopo, reggendo un vassoio con tre boccali. Il melomel lo aveva ordinato Arek, quindi sia lei che Lydeo avevano preso l’idromele.
Arek andò in bagno e Lydeo si chinò verso di lei e sorrise, mostrando i canini. Un brivido percorse la schiena della ragazza: quel sorriso le dava sui nervi ma al contempo le piaceva.
Friyon ascoltava i due chiacchierare, da buoni amici. Dopo una decina di minuti Arek si alzò e andò al bancone a pagare, poi sarebbero andati di nuovo a gironzolare per la città. Erano ancora soli, lei e Lydeo. Ancora una volta lui le rivolse quel sorriso che la faceva rabbrividire. Arek tornò e aiutò la ragazza ad alzarsi, neanche fosse appena stata dimessa dall’ospedale, e si avviarono fuori.
Andarono in un parco dal quale si vedeva benissimo la Torre. Lì c’erano delle bancarelle dove si vedevano in esposizione un mucchio di cianfrusaglie. E Friyon amava le cianfrusaglie. Andò di corsa verso la prima bancarella. Erano esposti mantelli. Friyon ne vide uno nero... bellissimo! Corse da Arek e gli chiese se lo poteva comprare.
- Ok... dimmi quanto costa che te lo pago io.
- Oh gra...- ma venne interrotta da Lydeo.
- Arek, lascia perdere, lo pago io!
Arek si era arrabbiato molto e tra i due ora c’era una certa tensione. Friyon stava iniziando a preoccuparsi. Alzò le mani per avere la loro attenzione e poi parlò.
- State calmi, me lo compro io.
Da chissà dove prese un piccolo diario da dove prese i soldi necessari. I due amici non si parlarono per tutta la sera. Verso l’Ottava ora della sera il gruppo si avviò verso casa.
- Arek, possiamo fare una corsa?
- Si, se Lydeo è d’accordo... – disse guardando il suo amico. Ora non erano più arrabbiati. Lydeo alzò le spalle e andò a slegare il drago e gli sussurrò:
- Dai, Flewu, la strada la sai. Torna a casa!- e gli diede una pacca affettuosa sulla groppa. Il drago, non sentendo più la forza della corda che lo teneva legato, si mise a correre nella foresta, verso casa.
- Al mio via.- disse Arek – Ci siete? V...
Ma sia Friyon che Lydeo partirono a razzo, ancora prima del via.
- Ia... potevate aspettarmi però...- disse Arek scocciato, e si mise a correre anche lui.
Friyon e Lydeo stavano facendo una gara. Dopo un minuto circa si aggiunse anche Arek, che cercò di contrastare Lydeo nella corsa. Gli fece una sgambetto e cadde. Friyon stava per fermarsi ma Arek la bloccò e lasciarono indietro Lydeo. La ragazza stava pensando a Lydeo e non vide l’albero, ma lo attraversò indenne.
Sta facendo troppi progressi... È entrata nel Caos senza nessun aiuto! Devo insegnarle presto la magia, se no, se impara da sola, può trovare la Via.
Ad un certo punto sulla foresta calò un ombra: sembrava un drago...
- O no, non è valido... – disse scocciato Arek – avevamo detto niente magie!
A sentire quella parola la ragazza, che era sempre stata al fianco di Arek, lo blocco mettendosi davanti a lui. Era abbastanza arrabbiata.
- Smettila! Perché ti comporti così? Perché abbiamo lasciato indietro Lydeo?
- Lydeo sa cavarsela benissimo anche da solo. Non vedi? – e indicò la figura nel cielo.
- E dove l’ha preso un drago? – chiese Friyon perplessa.
- Ma non è un drago... sono le sue ali!
Le sue ali? Pensò Friyon.
- Perché ha le ali?
- Perché i vampiri hanno le ali! – disse Arek irato, violando la promessa fatta da bambino all’amico.
Arek allargò le braccia, sussurrò la parola Angen e dalla sua schiena spuntarono due ali bianche con sfumature azzurre. Poi spiccò il volo. Friyon lo guardò allontanarsi a bocca aperta. Allora fece anche lei come Arek, ma essendo arrabbiata marcò l’accento sulla a e le spuntarono delle ali nere e doppie. All’inizio fece fatica a controllarle ma dopo qualche minuto le sembrava di averle avute per tutta la vita. Andò alla rincorsa dei due amici che l’avevano distanziata di molto. Dopo cinque minuti di volo nella notte, di fronte a lei vide due sagome che combattevano a mezz’aria. Si fermarono solo quando avvertirono la presenza della ragazza. Entrambi la guardarono sorpresi... poi Lydeo si chinò verso Arek.
- Non mi avevi detto che non sapeva fare magie?
- Infatti... deve avermi sentito fare la magia e poi ha pronunciato anche lei quella parola. È molto dotata, sai? Mi ha curato una ferita profonda in poco tempo senza aver studiato e senza sapere la parola... l’ha pronunciata ma nessuno gliel’ha mai insegnata. Forse dove viveva era stata curata, l’ha sentita usare da un Medico e se ne è ricordata.
Anche se i due amici stavano bisbigliando Friyon aveva sentito tutto, da una distanza di più di cento metri, e a quelle parole trasalì.
Non sapeva com’era possibile, ma era riuscita a sentire lo stesso. I due amici si guardarono stupiti. Entrando nel Caos Lydeo chiese ad Arek se la ragazza stesse cercando la Via. Arek scosse la testa.
- Ti ricordo che non ha ancora iniziato l’Addestramento... ha solo 13 anni. Però l’ho fatta inserire nel nostro anno... magari si ambienta meglio, ho pensato!
- La gara non è ancora finita! Non siano ancora arrivati alla casa di Arek!– disse Friyon.


uff.... ho dovuto spezzarlo xk se no nn ci stava...XD
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MessaggioTitolo: Re: 2_la caduta   2_la caduta I_icon_minitimeSab Ott 25, 2008 6:15 pm

altra metà del capitolo

Scesero a terra, con un po’ di concentrazione fecero sparire le ali e ricominciarono la corsa. Tra i due ragazzi c’era ancora tensione, che la lotta non aveva tolto. Durante la corsa entrambi tentavano di far inciampare l’altro. Friyon li seguiva e iniziava a stufarsi di quei due. Arek riuscì a fare lo sgambetto a Lydeo, che si ritrovò a terra per la seconda volta. Quasi fece inciampare la ragazza che imprecò. Si fermò e cercò Lydeo, ma non lo vide; non disse niente ad Arek. Friyon fu affiancata da Arek e corsero fino a casa. Mancavano poche centinaia di metri e Friyon scattò in avanti per vincere su Arek che, siccome non se lo aspettava, rimase indietro. Friyon scavalcò l’alto cancello che proteggeva la casa di Arek. Aggirò di corsa la fontana e salì il primo gradino della scalinata. Era arrivata prima, aveva vinto la gara. Ma dov’era Arek? Credeva che fosse dietro di lei, subito dietro, invece non c’era. Era rimasta sola, ancora una volta. Una tristezza immensa la avvolse. Salì un altro gradino. L’unico rumore che si sentiva era la voce del vento tra le foglie, accompagnato dal lieve rumore delle ali dei rapaci notturni. Le colonne del pianerottolo, con la luce riflessa dalla Luna, gettavano ombre scure. La mente di Friyon immaginò che da una colonna sarebbe sbucato Lydeo.
- Brava, hai indovinato.
Una voce conosciuta le parlò: Lydeo. Friyon era stupita. Il ragazzo le chiese come avesse fatto a scoprire che lui si nascondeva lì.
- Non lo sapevo. Non so perché ma ho pensato all’immagine di te che sbucavi da dietro la colonna. Piuttosto, tu... come facevi a sapere che ti avevo “scoperto”?
- Perché sei entrata nel C...
Una figura nera gli saltò addosso. Arek. Come quella volta quando avevano dieci anni. Allora fu il padre di Arek che li divise, ora lo fece Friyon.
- È mai possibile che voi non riusciate a non azzuffarvi ogni tre secondi?
I due ragazzi si misero a ridere. Friyon non riusciva a credere che avessero così tanta energia dopo la corsa. Lei era distrutta e se non si fosse sdraiata, entro breve sarebbe crollata. Sbadigliò.
- Vedo che la tua ospite ha leggermente sonno. Sarebbe scortese da parte tua non accompagnarla a letto.
- Hai ragione. Vieni Friyon, ti accompagno. Intanto, tu, se vuoi rimanere qui... sai qual è la tua stanza.
Lydeo spiccò il volo e si appoggiò alla ringhiera di un balcone. Arek mise il braccio sulle spalle della ragazza e la accompagnò nella stanza. Friyon chiese al ragazzo di restare con lei ancora un momento. Si sedettero sul letto.
- È strano Lydeo. È davvero un vampiro?
- Sì, anche se in realtà è un mezzo sangue.
- È per questo che ha le orecchie a punta?
- Si- Arek era stupito. Credeva non le avesse notate.
- Anche tu sei un vampiro?
- No- perché gli stava facendo queste domande?
- Allora perché hai le orecchie a punta?
Arek non sapeva cosa rispondere. Credeva di aver nascosto bene le orecchie sotto i capelli. Aveva modificato solo gli occhi.
- Ora si è fatto tardi. Ti conviene andare a dormire se no domani sarai stanchissima. Ricordati: quando sentirai le campane devi svegliarti e prepararti per la scuola. Poi scenderai in sala da pranzo e faremo colazione. Qualche serva avrà già preparato lo zaino con tutte le cose necessarie per la scuola.
- Ma...
- Niente ma, dormi!- e se ne andò nella sua camera.
Perché non me l’ha detto? si chiese Friyon. Poi andò nell’armadio e si vestì con una camicia da notte leggera. Non aveva sonno, quando era a letto per dormire si sentiva sempre piena di energie. Uscì sul balcone e si sedette sulla ringhiera. Un venticello fresco le fece venire la pelle d’oca.
Se ci fosse qualcuno qui con me pensò la ragazza.
Un rumore. Alzò lo sguardo e lo vide. Appeso a testa in giù che la fissava.
- Anche questa volta mi hai scoperto! Come hai fatto a capire che non eri sola?
- Sinceramente?- chiese misteriosa. Lydeo annuì.- Non lo so! Ho solo pensato: se ci fosse qualcuno qui con me e mi sono accorta che tu eri appeso... perché sei appeso?
Lydeo si mise a ridere e le fece uno dei suoi stupendi sorrisi.
- Non vai a dormire?
- No, ho troppi pensieri per la testa. Tu sai perché Arek non mi ha risposto?
- La domanda sulle orecchie?
Annuì.
- Avrò un buon motivo per tenerlo nascosto. Forse si vergogna o ha paura di una tua reazione strana o che lo consideri un incapace.
- Ma tu lo sai?
Lydeo sorrise. - Certo.
Friyon credeva che il mezzo vampiro fosse un pettegolo e questo dimostrò il contrario.
- Com’è essere un vampiro?
Lydeo sorrise di nuovo. - Be, io sono nato vampiro, non lo sono diventato, quindi per me è normale sentire cose che tu non riesci a sentire, percepire cose che tu non percepisci. Anche volare e stare appeso a testa in giù è normale. Se invece non nasci vampiro, ma lo diventi è più difficile perché si preferisce mordere i bambini quando hanno otto o nove anni e quindi si sono già abituati al loro corpo.
Friyon trovava questi discorsi molto affascinanti, ma credeva che dovessero essere trattati quando si ha la mente lucida, non come l’aveva lei in quel momento. Nei suoi pensieri, in quel momento, c’era solo il letto a baldacchino che la aspettava, ma era troppo stanca per andare a dormire. Poi le orecchie di Arek e la scuola la agitavano. Lydeo, che sembrò leggerle nel pensiero le chiese:
- Preoccupata per domani?
- Un pochetto. Raccontami: com’è la scuola?
- Delle volte è noiosa ma altre volte è divertente. Si sta a scuola quattro ore e mezza. Si fanno due ore, poi una pausa di mezz’ora e, finita questa, le altre due ore. Si incontrano un sacco di persone. Ti conviene mostrarti gentile e disponibile per i primi giorni, per fare amicizia. I tuoi compagni sono tutti figli di uomini di potere di Hobnur... e con “uomini di potere” hai capito di chi parlo. Parlo di persone che possono schiacciarti come una mosca solo schioccando le dita. Per un po’ l’attenzione sarà su di te, quindi non spaventarti se quando passi tutti si volteranno a guardarti. Tra qualche settimana le acque si calmeranno e non ti osserveranno ogni cosa farai. Quando entreranno in classe gli insegnanti dovrai alzarti e alzare la mano in segno di saluto. Se vuoi potrai sederti tra me e Arek. Andremo in drago, se ti va.
Si era addormentata. Faceva tenerezza perché si era addormentata sorridendo. Lydeo ritornò con i piedi per terra, la prese tra le braccia e la mise sotto le coperte. Poi uscì dalla finestra e se ne andò a svolazzare sopra il bosco.
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MessaggioTitolo: Re: 2_la caduta   2_la caduta I_icon_minitimeSab Ott 25, 2008 10:21 pm

Quanto ho da leggere.. @.@

E' una tua fanfiction? happy
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MessaggioTitolo: Re: 2_la caduta   2_la caduta I_icon_minitimeDom Ott 26, 2008 1:29 pm

una delle molte....(3....poi ne avrei un'altra ma non la posso postare)
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MessaggioTitolo: Re: 2_la caduta   2_la caduta I_icon_minitimeDom Ott 26, 2008 2:39 pm

Ho finito! Letto tutto!
Ora però aspetto la continuazione...
Primo giorno...su,su!
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MessaggioTitolo: Re: 2_la caduta   2_la caduta I_icon_minitimeDom Ott 26, 2008 2:46 pm

xD

Capitolo terzo: Il primo giorno (parte prima)

Din dong. Le campane pensò. Le campane? A Siadfe non suonavano le campane. Un momento, non si trovava a Siadfe. Era a casa di Arek, non se lo ricordava più. Era convinta di essere ancora a Siadfe perché aveva fatto uno strano sogno: aveva sognato che Lydeo aveva compiuto la strage degli Yurik. Andò di corsa in bagno e si lavò la faccia; andò sul balcone, sperando di trovare Lydeo, ma non c’era. Allora andò nell’armadio e vide davanti agli altri vestiti una divisa con un biglietto scritto in elaborati caratteri.
Ieri sera, quando ti ho parlato della scuola, mi sono dimenticato di dirti che dobbiamo indossare una divisa. Lydeo.
Indossò la divisa: era composta da un paio di Jeans grigio scuro e da una maglia bianca di cotone, molto comoda. Scese in sala dove la aspettavano Arek e Lydeo.
- Buongiorno- dissero in coro i due.
- Buongiorno anche a voi.
Fecero colazione e, dopo aver finito, si misero gli zaini in spalla e andarono nella stalla a prendere i draghi. Friyon non si sentiva ancora pronta a cavalcare da sola, quindi salì assieme a Arek.
Non ci misero molto ad arrivare alla scuola. L’edificio era un palazzo rosa con molte finestre. Arek aveva legato, come sempre, i draghi fuori città e avevano fatto un tratto di strada a piedi. Entrarono attraverso il portone nel Palazzo Rosa e una marea di ragazzi dai quindici ai venti anni andò loro incontro. Friyon fu presentata a tutti, nessuno escluso. Suonò la campana e tutti gli studenti se ne entrarono nelle varie classi. La ragazza seguì Arek e Lydeo, dato che era stata inserita nella loro classe. Loro si fermarono fuori dalla porta, senza entrare, perché Friyon doveva essere presentata alla classe dall’insegnate. Quando questa arrivò entrarono tutti e quattro e Arek e Lydeo andarono a sedersi ai loro posti. Friyon si presentò alla professoressa e lei le diede il benvenuto. Poi andò a sedersi tra i suoi due amici. Alcuni compagni di classe si misero a ridere e lei diventò rossa in viso. Arek e Lydeo allora fulminarono con gli occhi quelli divertiti e questi si zittirono subito. Si sentì sollevata. Grazie amici pensò.
La mattina proseguì abbastanza bene. Dopo due ore ad ascoltare una prof che spiegava la storia della Terra dei Laghi e delle Paludi la campanella suonò e tutti gli studenti andarono nel cortile posteriore a socializzare. Friyon fu trattenuta dalla professoressa che le chiese come si trovasse in quella città.
- Bene grazie. – le rispose la ragazza.
- Come mai i tuoi hanno deciso di trasferirsi?
- Lavoro – mentì spudoratamente la ragazza.
- Puoi andare.
Friyon uscì dalla classe e chiuse la porta dietro di se. Sentì due mani posarsi sulle sue spalle e fece un salto. Si girò con l’intenzione di fulminare con gli occhi l’esecutore dello scherzo. Ci rimase male quando non vide nessuno. Però non aveva la più pallida idea di come arrivare al cortile. Non era segnato niente né Arek né Lydeo l’avevano aspettata. Cominciò a vagare per i corridoi alla ricerca dell’uscita. Finalmente la vide e uscì all’aperto. Vide i suoi amici seduti su un tavolo circondati da un mucchio di ragazze. Non credeva che fossero così popolari! Una cosa che stonava era che i due ragazzi erano immobili e annoiati. Non erano per niente come quando erano a casa. Quando la videro, si alzarono e si fecero spazio tra le ragazze e andarono verso Friyon. Lydeo la prese per mano con un sorriso e la fece sedare tra lui e Arek. Ancora non facevano niente, tranne che stare seduti su quel tavolo a farsi ammirare. Sembravano due statue perché neppure i capelli si muovevano.
Friyon era sorpresa: non se li aspettava così... erano troppo calmi rispetto al loro comportamento a casa di Arek e in città la sera prima. La ragazza fece il broncio e le sembrò di vedere con la coda dell’occhio i due ragazzi che trattenevano a stento un sorriso, dovuto anche al comportamento delle ragazze sedute attorno al tavolo. Solitamente bisbigliavano contente tra di loro, felici di essere vicine ad Arek e Lydeo. Quella volta scoccavano occhiate d’invidia alla povera e innocente Friyon.
Passarono alla svelta i trenta minuti della ricreazione, con sollievo di Friyon che si perse a inseguire con lo sguardo i primi che parlavano e ridevano tra loro.
Sono la più piccola tra loro. Nemmeno i primini poteva considerarli più piccoli anche se frequentava il terzo anno, visto che avevano quindici anni.
Rientrò in classe scortata da Arek e Lydeo. Le altre due ore furono una noiosa spiegazione dell’origine della razza degli Zonnh, folletti giganti alti cinquanta centimetri. Nascono dai cavoli Jov, che crescono solo nella Terra dei Laghi e delle Paludi e poi si trasferiscono in tutto il Mondo. Il professor Reiser s’interruppe per richiamare due ragazzi che stavano chiacchierando e Friyon si voltò vero di loro. Solo allora notò che il resto della classe la osservava di nascosto. Erano incuriositi dalla sua presenza e, le ragazze, invidiose. Quando la campana suonò, Friyon quasi non se ne accorse, talmente era stanca.
Lydeo concesse un mezzo sorriso alle ragazze e Arek fece lo stesso. Poi si voltarono verso Friyon e le fecero un grande sorriso. Le sembrava di vedere qualcosa di diverso in Lydeo ma non capiva cosa.
Lentamente uscirono dalla città e andarono dove avevano lasciato i draghi.
Arek lanciò uno sguardo a Lydeo e a Friyon e poi montò velocemente sul suo drago e sparì nella foresta, lasciandoli soli. Lydeo fece cenno a Friyon di salire sul suo drago e lei si mise dietro di lui. Friyon notò che Lydeo era triste e per tentare di sollevargli il morale iniziò a raccontare di come le era sembrata la mattinata. Vedendo vanificato il suo scopo restò zitta per il resto del viaggio.
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MessaggioTitolo: Re: 2_la caduta   2_la caduta I_icon_minitimeDom Ott 26, 2008 3:07 pm

Mi hai subito accontentata... =)

Per fortuna che doveva socializzare in modo positivo...
Tutta colpa di Lydeo... ghgh
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MessaggioTitolo: Re: 2_la caduta   2_la caduta I_icon_minitimeDom Ott 26, 2008 3:29 pm

ma c'è un motivo

parte seconda

Arrivati a casa Lydeo accompagnò Friyon alla porta di casa, poi portò il drago nella stalla.
La porta di casa si aprì e Octavio fece accomodare Friyon nella sala da pranzo. La ragazza notò che il tavolo era apparecchiato per sole due persone. Arek entrò improvvisamente spalancando la porta.
- Eccoti qua!- disse Arek sorridendo.
- Sì. Sono qua. Lydeo non pranza con noi?
Arek scosse la testa.
- E perché?
- Ha la luna.
Friyon fu sorpresa perché credeva che Arek stesse scherzando ma il tono di voce era serio, molto serio.
Consumarono il pasto in silenzio e Friyon non gustò niente di ciò che i servi le portarono.
Si ritirò in camera; andò verso la finestra, l’aprì e uscì sul balcone. Guardò verso l’alto, verso il balcone del piano superiore per evitare eventuali sorprese e si sedette sull’angolo della ringhiera.
Continuava a pensare alla frase detta da Arek.
D’un tratto sentì bussare alla porta. Svogliata andò ad aprire: era Arek.
- Dimmi- disse Friyon.
- Sei pronta per l’addestramento?
Friyon, anche se non sapeva a cosa alludesse Arek, annuì.
Andarono nei sotterranei. Arek prese uno spadone e iniziò l’attacco contro Friyon, disarmata. La ragazza venne colpita ripetute volte e queste le causarono molti tagli. In più il pavimento non stava fermo, le pietre continuavano a sollevarsi.
Dopo mezz’ora così Arek si fermò, ripose l’arma e guardò la sanguinante Friyon accasciarsi a terra.
- Curati! E non usare der!
Friyon ansimava e si premeva la mano alla gamba, lacerata da un profondo taglio.
- Come faccio?
- Non sarò certo io a dirtelo.
- Ma... come faccio?- chiese leggermente preoccupata Friyon.
- Pronuncia un incantesimo – rispose lui freddo.
- Ma non ne so! Dovresti essere tu a insegnarmelo, credo...
Arek lo guardò con i profondi occhi neri e se ne andò. Friyon era allibita.
- Non può lasciarmi così! Non può farlo!- cercò di rassicurarsi ad alta voce. Sentiva l’eco della sua voce ovattata e poi tutto diventò nero.



e ora??? muahahahah
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MessaggioTitolo: Re: 2_la caduta   2_la caduta I_icon_minitimeDom Ott 26, 2008 4:01 pm

Ha la luna? O.o Storta? xD

Bel pezzo!
E ora marcira per sempre nel sotterraneo oscuro...
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MessaggioTitolo: Re: 2_la caduta   2_la caduta I_icon_minitimeDom Ott 26, 2008 4:14 pm

sisi ha la luna......ma adesso capisci cosa intende ghgh

(ultima parte)

Aprì gli occhi. All’inizio tutto ciò che vide fu una macchia confusa e bionda. I capelli di Lydeo. Era pallido come la luna. La guardò e le sorrise a bocca chiusa.
- Lydeo... come sto?- disse confusa, dato che si ricordava vagamente ciò che era successo.
Lydeo fece un mezzo sorriso e aggrottò la fronte.
- Mmm...
- Dalle ferite esce ancora sangue?
Lydeo scosse la testa.
Perché non parla? Si chiese Friyon. Poi la risposta la colpì come uno schiaffo. Lydeo, che le aveva letto nella mente sorrise e confermò la risposta. La ragazza lo osservò bene: i suoi canini erano più lunghi del solito.
- Ma stamattina non eri così!- disse più che altro per se stessa, visto che pensava che Lydeo non avrebbe risposto.
- Fi, viene all’improvvifo – ogni esse sembrava una effe e nel parlare sputacchiava, così Friyon non riuscì a trattenere le risate.
- Perché ridi? Non c’è niente di divertente- disse Lydeo cercando di non pronunciare le esse.
- Ma c’è una cosa che non capisco...
- Cofa?
- Perché hai i capelli... più scuri?- disse guardandogli i capelli.
- Perché di folito li tingo. Al naturale non sono biondi: sono grigio cenere.
- Perché li tingi?
- Non ti fembrerebbe ftrano vedere una perfona giovane con i capelli grigi?
- Forse hai ragione. Perché Arek mi ha colpita in quel modo?
- Credo che creda che tu fappia molte formule e vuole metterti alla prova. Forfe ci riproverà.
- Spero di no, anche perché sarei morta se non fossi arrivato tu.
- In verità è ftato Arek a dirmi di venire quaggiù. All’inizio ero un po’ fcettico ma ho penfato che aveffe avuto una buona ragione per chiedermi di fare qualcofa. Perciò fono fcefo nei fotterranei. Poi ti ho vifta qui per terra in un lago di fangue e ti ho curato.
- Grazie- rispose Friyon. Poi si guardò intorno ma non vide nessuna goccia del sangue descritto da Lydeo, tranne che sui suoi vestiti- hai detto che ero in una pozza di sangue. Perché io non ne vedo nemmeno una goggia?
- Ehm...- Lydeo sembrava imbarazzato- era fquifito.
- Quindi lo hai... insomma... mangiato?
- è più corretto dire che l’ho bevuto. Non fono riufcito a trattenermi, fcufa. Quando c’è la luna piena è cofì.
- Ah! Ora ho capito cosa intendeva Arek quando mi ha detto che avevi la luna- e si mise a ridere- Comunque, per curiosità: con che parola mi hai curato?
- Trep
- Cioè?
- Guarifci. Der è cura, più potente.
- Grazie. Non m’insegni qualche altra magia?
- No, Arek vuole avere l’efclufiva. Poffo infegnarti a combattere meglio, fe vuoi.
- Per me va bene.
- Allora prendi una fpada.
Friyon prese quella viola e nera, mentre Lydeo passò la mano su alcune pietre del muro, che aprirono una porta segreta, nella quale entrò. Subito dopo ne uscì con uno spadone verde. Ma non lo teneva in pugno, bensì in equilibrio sulla punta del dito indice.
Friyon lo guardava a stupefatta: Chissà come fa ad avere una forza così pensò con invidia.
- Ci fiamo. Prova a farmi cadere lo fpadone.
Friyon pensò fosse facile ma, quando colpì violentemente lo spadone, quello non si mosse di un millimetro. Un sorriso sfuggì a Lydeo quando vide l’espressione sorpresa sulla faccia di Friyon.
- Quefto incantefimo poffo infegnartelo. Prendi la fpada e appoggiala a terra con la punta rivolta verfo il baffo. Metti il dito fopra la pietra dell’elfa e pronuncia divet-ffo.
- Divet-ffo.
- No no! Con la effe non con la effe!
Friyon era un minimo confusa: parole di Lydeo erano assurde. Con la effe, non con la effe. Era chiaro: Lydeo è impazzito. La luna deve averlo... e poi capì.
- Divet-sso.
- Brava, vedo che hai comprefo. Ora gira la mano con il palmo all’infù.
- Ma la spada...
- Fidati.
Era un ordine. Titubante Friyon girò lentamente la mano e notò, con sua grande sorpresa, che sul suo dito c’era la spada. E non pesava che qualche grammo!
- Fortissimo!
- E fe pronunci la formula con tutta la mano appoggiata all’elfa farà più facile combattere. Di folito fi ufa per gli fpadoni e le armi molto pefanti.
- E per togliere l’incantesimo?
- Ftie. È una formula di rilafcio comune. Diffolve le magie comuni, le più femplici, come quefta.
- Ok, ho capito.
- È ora di andare. Non effere arrabbiata con Arek.
- Come faccio a non esserlo? Va bene, proverò.
Qualcosa in Lydeo la costrinse a tenere in considerazione questa possibilità.
Salirono le scale e Friyon seguì Lydeo che la portò in una stanza che lei non aveva mai visto. Sembrava una biblioteca. Al centro c’era un grande tavolo sul quale era sdraiato Arek. Friyon rimase a bocca aperta.
Arek si scosse quando sentì la loro presenza. In un batter d’occhio Arek si sedette sulla sedia opposta a quelle di fronte alla porta. Lydeo si sedette a una sedia di distanza da Arek e fece segno a Friyon di seguirlo e di sedersi tra lui e Arek.
Arek volse il palmo alla libreria e lentamente un libro gli finì in mano. Friyon lo guardò stupita e Lydeo rise sottovoce.
- È arrivato il momento che tu inizi a imparare degli incantesimi, anche complessi. Visto che con quelli semplici te la cavi bene, possiamo saltare la fase iniziale. Però devi imparare a leggere le Rune.
- Devo leggerlo?- disse indicando il libro.
- Si, e tradurlo- le disse Arek passandole un altro libro, di piccole dimensioni.
- In quanto tempo?
- Due giorni, e non uno di più. Ricordati di fare i compiti che ci hanno dato a scuola. Quindi, se vuoi rimanere qui con me...
A Friyon sembrava quasi un ordine e non le passò per la testa di uscire dalla stanza se Arek non lo avesse detto. Vide Lydeo uscire silenziosamente dalla sala.
Quando fu uscito Arek si mise a ridere.
- Vuoi sapere perché rido?- chiese come se avesse letto la domanda che Friyon stava pensando- Perché sei preoccupata per Lydeo, curiosa di ciò che imparerai e arrabbiata con me. Sei strana.
Friyon si stava tormentando le mani per non tempestare di pugni il viso di Arek. Almeno si sarebbe sfogata.
Arek smise per un secondo di ridere. La guardò e poi si mise a ridere più forte di prima.
- Perché ridi?- aveva detto Friyon trattenendo a stento la sua rabbia.
- Semplice, per quello che pensi.
Friyon alzò le sopracciglia e arricciò lievemente il naso. – E come fai a sapere quello che penso?
- Semplice, te lo leggo nella mente.
- E come fai a leggermi nella mente?
- Semplice, entro nel Caos.
Semplice, semplice, semplice pensò Friyon per lui è tutto così semplice.- Che cos’è il Caos?
- É... ehm... come spiegarlo? È una stanza nella mente che ti connette a tutte le persone che ne sono entrate.
- Come si fa a entrare in questa stanza? Io sono in questa stanza?
- Si, sei in questa stanza e per entrare non servono capacità particolari. Di solito tutti gli esseri viventi sono connessi. Solo alcuni sono capaci di rendersi invisibili agli altri, uscirne o, a volte, comunicare tra loro e capire dove si trovano gli altri. Quando si è nel Caos quelli capaci di “ascoltare” sentono i pensieri degli altri.
- E come si fa a far diventare silenziosa la propria mente?
- Semplice, devi chiudere la porta della stanza.
- Cioè?
- Chiudi gli occhi e pensa al bianco. Immagina il bianco. O il nero. O un altro colore che ti faccia concentrare.
- Ok- disse Friyon, anche se non aveva capito.
- Hai capito o non sono stato molto chiaro?
E lo disse con un tono di voce che risuonava come una presa in giro.
Friyon pensò al rosso scuro. Al sangue. Quello che sarebbe uscito dal naso di Arek.
Arek si mise a ridere e non si accorse del libro che Friyon gli lanciò se non quando gli finì sul naso. Ora si che si vedeva il sangue.
Friyon uscì dalla stanza e lasciò solo il sanguinante Arek, molto sorpreso dal comportamento della ragazza. Si mise ancora a ridere, ma si accorse che così gli usciva più sangue.
Allora si portò la mano al naso e corse fuori dalla porta con un sorriso sulle labbra.
Andava da Lydeo. In corridoio incontrò Friyon e le disse di seguirlo. Insieme uscirono dalla casa e andarono dietro la stalla dei draghi: lì c’era una botola. E percorsero un lungo tunnel.
Friyon aveva caldo. Alla fine del tunnel Arek alzò una mano.
Una grossa lastra di pietra scivolò via e si ritrovarono su un balcone che dava su un pozzo enorme:
alla metà passava un’asta e al centro c’era una corda. Attaccato per i piedi alla corda c’era Lydeo. Sembrava addormentato.
Friyon urlò e Arek si mire a ridere.
Lydeo aprì gli occhi e li guardò come se non li avesse mai visti. Poi sbuffò e, con le mani si aggrappò all’asta e si sedette cavalcioni su quella. Poi si slegò i piedi nudi e camminò sull’asta fino al balcone: l’asta era grande un pollice.
Sotto l’asta, nel pozzo, c’era il fuoco. Ecco perché Friyon aveva caldo.
Arek saltò addosso a Lydeo e gli urlò:
- Guarda! Il mio naso! È stata lei! Guarda!
Lydeo aveva gli occhi chiusi e le mani si stringevano convulsamente.
- Si Arek, ho visto... e ho sentito. Ora, per favore, puoi uscire da qui?
Non diceva più le effe al posto delle effe. Infatti i canini si erano accorciati: Friyon li vede perché Lydeo aveva la bocca aperta e ringhiava. Piano piano stavano tornando lunghi come nel pomeriggio. Ora era sera: Friyon se ne era accorta appena uscita da casa.
Arek tolse la mano dal naso e leccò il sangue; poi, con una magia, si curò il naso. Lydeo intanto era tornato ad appendersi alla corda. Friyon era rimasta per tutto il tempo con la bocca aperta e, per colpa del caldo, le si era seccata tutta la gola. Così si mise a tossire e attirò l’attenzione di Arek, che le rivolse un grande sorriso.
- Su, vieni! Andiamo a cenare.
Quando uscirono all’aria aperta Friyon fece un grande respiro per godere della brezza fresca. La Luna piena brillava al centro del cielo punteggiato di stelle, e, all’orizzonte, le altre tre Lune minori.
Friyon notò che, dopo aver fatto la magia, la mano di Arek era diventata nera-grigia, non argento come la sua. Questo pensiero la accompagnò fino alla sala da pranzo. Sicuramente Arek sapeva cosa stava pensando, ma né si mise a ridere né provò a spiegarle il perché.
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MessaggioTitolo: Re: 2_la caduta   2_la caduta I_icon_minitimeLun Ott 27, 2008 9:14 pm

Bello qusto post!
Carina l'idea del Caos!
Ma Lydeo quando ha bevuto tutto quel sangue non gli è venuta voglia di morderla?
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icetta
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MessaggioTitolo: Re: 2_la caduta   2_la caduta I_icon_minitimeLun Ott 27, 2008 9:16 pm

nu, sa fermarsi, riesce a non superare il limite, non come arek.......nel pezzo che sto scrivendo c'è Lydeo che si incacchia con arek proprio per questo xD
basta spoiler!!

ne posto ancora un pezzo???
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MessaggioTitolo: Re: 2_la caduta   2_la caduta I_icon_minitime

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