piccolo pezzo, devo andare a cena...
qui si che iniziano i casini ghgh arek fa delle arekkate.....inizia adesso, ma tranquilla, non si fermerà, continuerà in eterno.......xDD
Capitolo quarto: Strani avvenimenti e rivelazioni
Dopo cena Arek le propose di andare a Hobnur. Lydeo non sarebbe andato con loro.
Il viaggio attraverso la foresta durò poco e presto furono alle porte della città.
Arek la portò in centro: c’era una grande fontana la cui acqua, grazie a qualche magia, scoppiettava quando era in aria e si vaporizzava in mille colori.
- Sai, so farlo anch’io!- disse Arek, ma Friyon non lo ascoltava: guardava i giochi di colori dell’acqua.
Dall’altra parte della grande fontana vide dei suoi compagni di classe, che si avvicinarono ad Arek e si misero a scherzare. Poi entrarono in un locale e Friyon li seguì.
C’era una gara a chi beveva più idromele in un minuto e Arek, il campione in carica, vi prese parte. Arek, per guadagnarsi il titolo ne aveva bevuti ben sedici. E poi non era nemmeno andato in bagno a vomitare.
Il record precedente era di un tizio alto e grosso che ne beveva tredici.
Al centro della stanza c’era un tavolo di legno sul quale si sfidavano i pretendenti al titolo di campione.
Ma quella sera Arek arrivò solo a quattordici boccali mentre lo sfidante a malapena undici.
Tra il gruppo che avevano incontrato alla fontana, Friyon vide una bella ragazza, slanciata con i capelli castano chiaro, gli occhi nocciola e le guance rosate. Se ne stava sola soletta in un angolo. Friyon aveva visto che i ragazzi la guardavano spesso e con molto interesse e questo la faceva arrossire molto, donandole altra bellezza.
Pian piano si avvinò a lei e le fece un grande sorriso.
- Ciao, io sono...
- Si, lo so chi sei, sei Friyon. Piacere, io sono Inchicam (si pronuncia Incicam).
- Inchicam? Che bel nome, non l’ho mai sentito.
- Grazie. Anche io non ho mai sentito il nome Friyon, non è molto diffuso.
- Tra il mio popolo era molto diffuso, invece.
- Ho sentito... quello che è successo... mi dispiace.
- Non è colpa tua. Devo ringraziare Arek, che mi ha ospitato, molto gentilmente.
- Sai, vi somigliate, in qualche modo- e sorrise- Tutti e due siete estroversi e simpatici. Però stamattina ti ho visto un po’ sperduta. Si dice che tu non sia mai stata a scuola. È così?
- Beh... si! Da me l’istruzione avveniva in modo diverso. Fino ai 15 anni, circa, ci insegnavano i genitori, ma dopo si veniva istruiti singolarmente da un Maestro, che insegnava le Arti e i segreti tramandati di generazione in generazione. Che ora sono andati persi.
- Non riesco a immaginare neanche lontanamente come stai. Sarebbe una bugia dire che capisco come ti senti, per cercare di consolarti.
- Grazie lo stesso... Almeno sei sincera.
- A volte le bugie servono, però. Delle volte è meglio non conoscere la verità- si intromise Arek.
- Ciao Ary. Tutto bene?- disse scherzosamente Inchicam (si pronuncia Incicam).
- Benissimo Inchi (si pronuncia Inci). Tu?- rispose Arek infastidito essendo stato chiamato Ary.
- Bene- rispose fredda Inchicam, scocciata per essere stata chiamata Inchi.
Ci fu un attimo di silenzio tra i due poi entrambi scoppiarono a ridere.
- Quanto tempo! Sei tornata oggi?
- No, è qualche giorno ma sono venuta a scuola solo stamattina. Come sta Lydeo?
- Ovvio, ha la luna ma sta bene.
Arek si sedette. Dopo di che Inchicam si accese una sigaretta. Friyon ne aveva viste poche in vita sua perché nella Contea erano vietate. Se ne accese una anche Arek, con grande sorpresa di Friyon. Non le sembrava tipo da sigaretta, ma come si era già verificato, Arek non era mai come la ragazza si aspettava. Chiacchierarono fino a che le sigarette si furono consumate. Poi Inchicam disse che doveva andare e si alzò in piedi. Arek fece lo stesso e Friyon pure. Inchicam salutò la ragazza congiungendo le punte delle dita con le sue. Per Arek fece la stessa cosa ma, contemporaneamente, lo baciò. Sulla bocca.
Involontariamente Friyon spalancò la sua. Quando le labbra della bella Inchicam e dell’affascinante Arek si staccarono videro Friyon con la bocca spalancata e si misero a ridere. La yurik chiuse velocemente la bocca e mise il broncio, incrociando le braccia. Si voltò e fece per andare ma la mano di Arek la trattenne. Si girò di scatto per dirgliene quattro ma così facendo si ritrovò sulle sue labbra quelle del ragazzo, che aveva calcolato tutto e si era abbassato all’altezza di Friyon. Le labbra di Arek erano morbide ma avevano un qualcosa di strano: sembravano troppo morbide. Allora Friyon indietreggiò per staccarsi da Arek, perché aveva paura, ma lui fece un passo avanti, tenendo appiccicate le sue labbra a quelle della ragazza. Per evitare che Friyon tentasse nuovamente la fuga lui le prese la testa fra le mani.
Inchicam non era per niente infastidita dal comportamento di Arek, al contrario di Friyon.
Iniziò a tempestare di pugni le braccia di Arek e tentò di urlare ma si sentirono solo dei mormorii sommessi e senza significato. Friyon si sarebbe messa piangere se Arek non si fosse staccato proprio un attimo prima.
- Perché?- chiese la ragazza.